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Tsipras
resta in sella Un problema di metodo A pochi giorni dal voto
greco Tsipras ha avuto un grave sussulto di coscienza e si è reso conto che si
stava giocando la testa. Era vero, e la testa gli è rimasta sul collo perché
Syriza è ancora il primo partito in Grecia. Non che
ci si possa sentire tranquillissimi. Il fenomeno astensionista emerso dalle
urne significa che buona parte della popolazione non sostiene il principale
partito di governo, ma che almeno in questa occasione cruciale non intendeva
votargli contro. Di sicuro il cambiamento di passo di Tsipras in materia
europea ha avuto effetti laceranti, tanto che Varoufakis, l’ex ministro delle
finanze, ha detto a urne chiuse che Syriza non esiste più. Eppure qualcosa
deve ancora essere rimasto per contenere un’avanzata delle destre che in
Grecia hanno assunto tratti inquietanti e che avevano l’occasione di
estendere ulteriormente i consensi. In prospettiva questo è un problema
delicatissimo che ha ragione di creare una preoccupazione notevole. Nel
merito della polemica che ha spaccato il governo ateniese sul debito, invece,
non siamo mai entrati. Può essere benissimo che abbiano ragione Varoufakis ed
i suoi sostenitori, quando dicono che con l’austerità non si va da nessuna
parte se non verso l’abbandono delle forme democratiche che l’Europa ha
conosciuto negli ultimi decenni. Una tesi, questa, condivisa da mezzo mondo e
con tanti interpreti illustri. Il problema che Varoufakis ed i suoi non
riescono affrontare è semplicemente di metodo. Nonostante ci siano fior di
professoroni che se la sentono di paragonare il ministro Schäuble a Funk, il
suo miserevole collega del Terzo Reich, Roma, 21 settembre 2015 |
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